La Namibia è un paese molto grande, ma con meno di due milioni di abitanti.
La sua maggiore ricchezza sono le risorse minerarie: diamanti, uranio, rame, zinco, stagno, argento.
Viaggiare in Namibia è relativamente facile: non vi è turismo di massa, le strade sono ben tenute e sicure, il territorio è quasi sempre pianeggiante, ci sono numerosi campeggi e guest house ed è possibile fare prenotazioni per telefono o al Tourist Office di Windoeck.
Generalmente ci si muove con auto o pulmini a noleggio ed è bene padroneggiare l'inglese, che tutti parlano.
L'unica vera difficoltà è la guida: la maggior parte delle strade non è asfaltata, perciò non bisogna superare i 70/80 km orari o viaggiare col buio; si percorrono chilometri e chilometri senza incontrare anima viva ed è perciò necessario noleggiare auto in ottimo stato e con più di una ruota di scorta, soprattutto se non si guida un fuoristrada; bisogna fare benzina ogni volta che ce n'è la possibilità o si rischia di restare a secco nel mezzo del nulla; per questo penso è molto più sicuro viaggiare con almeno due auto.
ETNIE
La Namibia conserva pitture rupestri risalenti a 26000 anni fa.
Le popolazioni che hanno abitato questo territorio fin dall'antichità sono i boscimani, gli ovambo e gli herero.
Nel 1488 Bartolomeo Diaz sbarcò sulle coste namibiane, ma solo nel 1884 i tedeschi la colonizzarono, esercitando una feroce repressione sulle popolazioni locali.
Durante la seconda guerra mondiale la Namibia fu conquistata dal Sudafrica, che la gestì fino al 1968, non senza problemi e ribellioni.
Dopo un periodo di forte instabilità politica, la Namibia è ora governata democraticamente dalla SWAPO.
I suoi 2 milioni di abitanti sono sparsi su un territorio molto vasto: circa il 75% è di razza negroide e circa la metà di questa parte della popolazione ha l'AIDS.
La densità di popolazione è una delle più basse dell'Africa; il tasso di crescita demografica del 3% annuo è invece uno dei più alti del mondo.
In Namibia si possono contare almeno undici diversi gruppi etnici: Ovambo, Kavango, Herero, Himba, Damara, Nama, Caprivians, San, Rehoboth Basters, Tswana ed Europei.
Le principali lingue parlate sono il Bantu e il Khoisan, che comprendono alcuni dialetti.
Dopo l'Indipendenza il governo scartò l'afrikaans e il tedesco, perchè legati all'epoca colonialista e scelse come lingua ufficiale l'inglese, soprattutto per favorire i commerci con l'estero e il turismo.
CITTÀ
Windhoek – E' una capitale abbastanza piccola, con circa 180 mila abitanti.
Continua a coservare un'aria europea, per lo stile in cui sono costruiti i palazzi.
Si trova al centro del Paese ed è il crocevia da cui partono le strade principali.
Con il suo aeroporto internazionale, Windhoek è un punto di partenza obbligatorio per chi viaggia in Namibia.
Vi si possono trovare un buon Tourist Information e diversi negozi di artigianato e di souvenir.
Negli ultimi anni la tendenza dei giovani di lasciare la campagna per cercare fortuna in città ha aumentato la schiera dei disoccupati ed alzato il tasso di criminalità, per cui bisogna usare le solite norme di sicurezza e di buon senso.
Swakopmund – E' la terza città della Namibia con i suoi 22 mila abitanti ed è quella che, clima a parte, mi è piaciuta di più.
In dicembre e gennaio diventa il luogo più turistico del Paese, dato che migliaia di Namibiani ci trascorrono le vacanze estive.
Ed effettivamente ha tutto l'aspetto di un luogo di vacanze con i suoi viali di palme, il lungomare e un numero notevole di alberghi, guest house, bar e ristoranti.
In luglio e agosto, corrispondenti all'inverno australe, ha un clima umido e freddo.
Nel centro conserva alcuni palazzi in stile coloniale, c'è il casinò e diversi negozi di artigianato, antichità e souvenir.
E' a soli 30 km da Walvis Bay e basta uscire dalla città, umida e piovosa, per entrare nel deserto del Namib e trovare il sole che risplende.
Walvis Bay – E' una tranquilla cittadina e la seconda città con circa 50 mila abitanti.
Si trova pochi chilometri a sud di Swakopmund e ha gli stessi "problemi" climatici nei mesi di luglio e agosto.
Dopo l'Indipendenza nel 1990 i sudafricani mantennero il controllo della città e della zona circostantefino al 1994: il loro interesse per Walvis Bay era dovuto al suo attivo porto, importante risorsa commerciale per la Namibia.
Passeggiando sul lungomare si possono ammirare decine di fenicotteri rosa.
A Walvis Bay è possibile organizzare un'escursione a Sandwich Harbour, la zona costiera del deserto del Namib con le dune bianche.
Luderitz – Situata sulla costa al confine con la zona diamantifera, questa cittadina di 14 mila abitanti sembra un piccolo angolo di Germania: gli abitanti di origine europea parlano tuttora il tedesco. Luderitz è molto a sud, quindi abbiamo trovato belle giornate ma molto fredde, come da noi a gennaio/febbraio.
A 15 km da Luderitz sorge Kolmanskop, la prima città mineraria della Namibia, ormai abbandonata, che si può visitare con un giro guidato di un paio d'ore.
Oppure si possono fare escursioni alle isole abitate da pinguini e foche o arrivare fino a Diaz Point, punto in cui sbarcò Bartolomeo Diaz nel 1488, se il vento permette alle barche di uscire.
ETOSHA
Etosha è uno dei più grandi parchi africani ed ospita tutte le specie animali della Namibia: 114 di mammiferi, 340 di uccelli, 110 di rettili e 16 di anfibi.
Con l'auto è possibile percorrere le strade che costeggiano il lato meridionale del pan, l'enorme lago salato che nella stagione umida si popola di fenicotteri.
Etosha si può girare con i propri mezzi, le strade sono bianche ma ben tenute.
E' proibito scendere dall'auto, per ovvie ragioni!
Durante la stagione secca è più facile avvistare gli animali, mettendosi vicino ad una delle 100 pozze che vengono costantemente rifornite di acqua: gazzelle, zebre, antilopi, giraffe, elefanti arrivano in gran numero e se si è fortunati si riesce a vedere i rinoceronti e persino i leoni.
All'interno del parco vi sono i tre campeggi di Namoutoni, Halali e Okaukuejo (un quarto è in costruzione), dove sono disponibili posti tenda, bungalow, ristorante, negozio di alimentari e souvenir.
I campeggi aprono all'alba e chiudono al tramonto.
E' estremamente pericoloso rimanere di notte al di fuori di essi.
Al di là delle recinzioni di ogni campeggio c'è sempre una grande pozza d'acqua: la sera dopo cena o la mattina prima dell'alba ci si può sedere in silenzio e aspettare che una famiglia di rinoceronti o un branco di elefanti venga ad abbeverarsi: non si rimane mai delusi!
La cosa che colpisce di più è proprio la quantità di animali che, dall'alba fino alla notte, si possono incontrare, ammirare e fotografare.
Il paesaggio brullo, con una vegetazione molto bassa, aiuta l'avvistamento anche da lontano degli animali.
Noi abbiamo trascorso tre giorni a Etosha, dormendo ogni notte in un campeggio diverso.
E' stata un'esperienza entusiasmante e vale assolutamente la pena dedicare qualche giorno a questo grande parco nazionale.
IL NORD
Il nord della Namibia è decisamente vasto e pieno di luoghi interessanti da visitare.
Il Waterberg Plateau Park è un parco privato, che sorge su un grande e maestoso altipiano tra Windhoek ed Etosha.
Non è possibile girare nel parco con i propri mezzi, per cui bisogna usufruire dei giri organizzati, con la speranza di avvistare impala, kudu, antilopi, bufali, puma, sciacalli o leopardi.
Noi non siamo stati molto fortunati, ma abbiamo visto molte impronte sulla sabbia.
Il paesaggio e i colori sono comunque stupendi.
In queste zone vivevano i dinosauri e passeggiando tra le rocce, è possibile trovare qualche orma fossile.
Dopo la visita al Waterberg abbiamo dedicato qualche giorno ad Etosha, quindi ci siamo diretti verso Opuwo, zona degli Himba.
Decidemmo di non fare l'escursione alle Epupa Falls, perchè la strada è trremenda e il nostro pulmino ci avrebbe creato problemi.
Abbiamo invece visitato alcuni villaggi Himba nei dintorni di Opuwo, portando alcuni generi alimentari al capovillaggio, in modo da poter avere il permesso di fare alcune foto alle donne e ai bambini.
Arrivati a Khorixas, nel Damaraland, abbiamo dedicato una giornata alla Pietrified Forest, a Twyfelfontein, alla Burnt Mountain e alle Organ Pipe.
La Pietrified Forest è un accumulo di circa 50 tronchi fossili, che risalgono a circa 250 milioni di anni fa e forse furono trasportati fin qui da un fiume in piena.
Twyfelfontein è la zona con più petroglifi di tutta la Namibia: ve ne sono circa duemila, e potrebbero avera tra i seimila e i cinquecento anni.
Una guida Damara ci ha mostrato i graffiti più belli, che raffigurano animali come giraffe, elefanti, leoni, antilopi e cacciatori.
Il sole picchia inclemente ed è consigliabile visitare la zona di mattina, armati di cappello e crema solare.
La Burnt Mountain è un rilievo di origine vulcanica, alto circa 200 metri.
E' un misto di rocce che vanno dal nero, al grigio all'arancione, al viola.
A mezzogiorno appare nera e minacciosa, mentre all'alba e al tramondo si accende di un caleidoscopio di colori.
Le Organ Pipes si trovano vicino a Twyfelfontein e la Burnt Mountain.
Sono una grande massa perpendicolare di pilastri rocciosi di origine vulcanica formatisi circa 120 milioni di anni fa e disposti lungo un canyon lungo circa 100 m.
Ancora più a sud di trova la Brandeberg Mountain, con la famosa White Lady: si cammina per circa un'ora in un canalone tra le rocce, che a un certo punto si risale per raggiungere con le famose pitture rupestri.
La fama di questa formazione rocciosa deriva dalla White Lady o Dama Bianca, probabilmente un uomo con una sorta di pareo bianco o con pitture sul corpo.
La White Lady si trova all'interno di una grande scena di caccia, con diversi struzzi, leoni e giraffe.
LA COSTA
Nell'immaginario collettivo la Skeleton Coast è sempre stata sinonimo di luogo desolato e pericoloso, dove a causa di fitte nebbie e imprevedibili e fredde correnti marine diverse navi hanno fatto naufragio nel corso dei secoli.
E il bello è che la Skeleton Coast è proprio così!
Provenendo da Khorixas si entra nel parco passando da un cancello con sopra un enorme teschio e due costole di balena ai lati: una bella accoglienza!
Eravamo quasi arrivati al mare, quando la pista si è divisa in tre stradine: quale scegliere?
Marco, alla guida, ha deciso di tirare dritto e… in men che non si dica eravamo insabbiati!
Per fortuna le cinghie da traino e l'altra auto ci hanno salvato dal dover scavare nella sabbia con le mani!Lungo la pista che si percorre per arrivare a Terrace Bay si incontrano dei relitti segnalati da cartelli, che riportano anche i nomi delle navi e l'epoca del naufragio.
Nel 1967 il Governo della Namibia ha dichiarato Parco Nazionale la costa nord-occidentale: il paesaggio è dominato dalle dune, che arrivano quasi fino al mare, popolato da pesci, foche e uccelli marini.
A causa della scarsità di vegetazione e di cibo, pochissimi animali vivono in questa zona, tra questi i più comuni sono sciacalli, iene e orici.
Da Swakopmund è possibile fare dei tour panoramici della Skeleton Coast con piccoli aerei se il tempo lo consente (a noi ovviamente non l'ha consentito).
La Skeleton Coast è un paradiso per gli anglers, i pescatori che si piazzano sulla riva del mare e lanciano le lenze delle loro lunghissime canne da pesca.
Alcuni ragazzi del gruppo hanno provato a pescare con questa tecnica, riscuotendo un discretto successo!
In luglio e agosto è freddo e umido per la tenda, perciò è possibile pernottare solo in bungalow al Restcamp diTerrace Bay, che è decisamente costoso rispetto agli standard namibiani.
L'alloggio include la pensione completa, considerato che nel mezzo della Skeleton Coast non è possibile trovare supermercati o ristoranti!
Il cuoco è anche disposto a cuocere il pesce che si è pescato.
Lungo la litoranea che da Terrace Bay porta a Swakopmund si incontra Cape Cross.
Il sito prende il nome dalla croce, eretta nel 1486 da Diego Cao, il primo europeo che mise piede in Namibia, in onore del re Joao II.
Oggi la croce originale è sostuita da una sua replica, fatta costruire nel 1980 dai sudafricani.
Qui si trova la Cape Cross Seal Reserve, la più grande colonia di foche del mondo, in quanto ne ospita circa 100 000.
Le foche sono state cacciate fin dal XVII per la loro pelliccia, carne e olio.
La riserva ne ha permesso il ripopolamento, ma ha suscitato notevoli proteste da parte dei pescatori, i quali sostengono che un numero eccessivo di foche danneggia la pesca.
La polemica tra animalisti e pescatori è ancora accesa.
E' un'esperienza vedere tutte queste foche stese al sole o mentre si tuffano nell'oceano, i piccoli che cercano le madri, i loro versi.
Si può arrivare vicinissimi alle foche, separate dal piazzale dove si parcheggia da un semplice muretto in pietra, che per loro è un ostacolo invalicabile, ma che non trattiene la puzza che producono questi animali!
IL NAMIB
Il Namib Naukluft Park è per estensione la più vasta area protetta dell'Africa e la quarta nel mondo.
Si divide in quattro zone:
– Namib section
– Sandwich Harbour
– Naukluft
– Namib centrale.
Il deserto del Namib è il più antico del mondo, ospita alcune varietà animali e vegetali protetti, che non esistono in nessun'altra parte del mondo e il suo tratto più bello si trova tra Swakopmund e Luderitz.
La cosa che più mi ha colpito è il colore delle dune: lungo l'Oceano Atlantico nella zona di Sandwich Harbour sono bianco grigiastre, perchè sono "dune giovani".
Man mano che si spostano verso il centro del paese e "invecchiano", diventano sempre più rosse, a causa dei minerali di ferro contenuti nella sabbia che col passare del tempo si ossidano.
La Namib section è la parte nord del parco, compresa tra i fiumi Swakop e Kuiseb.
Con l'auto o a cavallo è possibile seguire un bel percorso di 3/6 ore (dipende dal "mezzo"), chiamato Welwitschia Drive, che inizia a pochi chilometri da Swakopmund e si addentra nella rocciosa Moon Valley.
Oltre ai bei paesaggi, è possibile vedere diversi esemplari di Welwitschia, una strana pianta fossile che vive solo in Namibia.
Sandwich Harbour si estende per 50 km lungo la costa a sud di Walvis Bay.
Il paesaggio è dominato da enormi dune di sabbia grigiastra: sono le dune "giovani", dove i minerali di ferro non si sono ancora ossidati.
Il cuore di questa zona è una laguna in cui vivono tantissimi uccelli; alcuni stormi provengono dall'Europa e trascorrono qui il periodo tra ottobre e aprile.
Noi abbiamo acquistato un "pacchetto": Land Rover con guida-autista, che ci ha fatto passare delle ore bellissime, guidando sulla battigia, passeggiando lungo la laguna, sfamando uno sciacallo suo amico e lanciandosi con l'auto giù da una duna altissima.
Il Naukluft costituisce la parte più orientale e rocciosa del Namib. E' possibile fare tour in 4×4 o pernottare nel Restcamp. Noi lo abbiamo semplicemente costeggiato, percorrendo la strada tra Walvis Bay e Sesriem.
Il Namib centrale è sicuramente la parte più bella e più famosa del parco nazionale.
Per poter vedere l'alba o il tramonto dalla Duna 45 la cosa migliore è piantare la tenda nel Restcamp di Sesriem e da lì percorrere la pista che porta alle dune e a Sossusvlei.
In luglio e agosto a Sossusvlei non c'è acqua, ma salendo sulle dune è possibile godere di un panorama incredibile. Alla mattina presto la sabbia è fredda, ma col passare delle ore si scalda sempre più.
Verso mezzogiorno il caldo è notevole.
Per "scalare" una duna si sale lungo il lato più dolce, poi per scendere si scivola giù dal lato più ripido, come se fosse appunto uno scivolo.
Ci si riempie di sabbia anche dentro le orecchie, ma è divertentissimo!
IL SUD
Dopo aver visitato Swakopmund, Walvis Bay e il deserto del Namib ci siamo diretti verso Luderitz, che è la più "tedesca" delle città namibiane.
Appena fuori Luderitz sorge Kolmanskop che fu, all'inizio del secolo, la prima città mineraria della Namibia.
Oggi i suoi edifici in Art Nouveau sono invasi dalla sabbia, perchè è da tempo una città abbandonata.
Nell'aprile del 1908 l'operaio delle ferrovie Zacharias Lewala scoprì, mentre lavorava alla costruzione di un nuovo tratto ferroviario, il primo diamante a 15 km da Luderitz.
Lo mostrò al suo superiore, Augustus Stauch, che segretamente fece esaminare la pietra e, stabilito che era veramente un diamante, comprò un'area di 75 km² e fondò una compagnia mineraria.
Nel primo anno la compagnia estrasse 39 mila carati di diamanti grezzi e attirò da tutto il mondo numerosi cercatori.
Circa 20 mila persone cominciarono a lavorare nei terreni diamantiferi, estraendo in pochi anni 812 mila carati, coprendo il 20% del mercato mondiale.
A quel tempo Kolmanskop aveva una scuola, un ospedale, una sala da ballo, un hotel, un casinò e belle case.
Il calo delle vendite di diamanti dopo la I Guerra Mondiale e la scoperta di terreni più ricchi a Oranjemund decretarono il declino di Kolmanskop: nel 1956 l'ultimo abitante lasciò la città mineraria, che gradualmente fu invasa dalla sabbia del deserto.
Oggi è possibile visitarla con tour guidati, che durano circa un paio d'ore.
A circa 25 km da Keetmanshoop, all'interno della Gariganus Farm, si può visitare la Quiver Tree Forest, un gruppo di circa 250 quiver tree o kokerboom, una stanissima specia di aloe, che i Boscimani utilizzavano per costruire le faretre.
La fattoria è un posto interessante, ha alcuni bungalow per chi vuole soggiornarvi e i proprietari sono molto ospitali.
Partendo da Ketmanshoop e proseguendo ancora verso sud, si raggiunge Ai Ais.
Una piscina all'aperto e una piscina coperta permettono ai turisti di fare il bagno nelle calde acque termali di Ai Ais. Il Restcamp comprende bungalow, un ristorante e un negozio di generi alimentari.
Tra Ais Ais e Hobas si estende il grande e spettacolare Fish River Canyon. Se si possiede un fuoristrada è possibile percorrere il bordo del canyon e fermarsi nei vari view point.
Eventuali trekking di 4 o 5 giorni lungo il percorso di 85 km che segue il fiume devono avere previa autorizzazione dal Ministero del Turismo e vanno quindi organizzati in anticipo.
A questo punto del viaggio, avendo ormai esaurito i giorni a disposizione, non c'è rimasto che riprendere la strada verso nord e tornare a Windhoek, il nostro punto di partenza.