Sul catalogo di Avventure nel Mondo questo viaggio si chiama "Maya Raid" ed è dedicato ai grandi siti archeologici delle civiltà precolombiane e ai colorati mercati locali.
Abbiamo percorso 7000 km, partendo da Città del Messico, attraversando Chapas e Guatemala, toccando Honduras e Belize, esplorando lo Yucatan e ritornando al punto di partenza. Un mese intensissimo con il gruppo Ferri nell'agosto 1995.
Ho dei ricordi bellissimi di questo viaggio.
Luglio e agosto non sono mesi adatti per fare del mare, soprattutto nello Yucatan, dove il clima è molto umido e spesso nuvoloso.
Perciò ci concentrammo su siti archeologici come Chichen Itza, mercati pieni di colori come Chichicastenango e bellezze naturali come il Lago Atitlan.
Per tutto il percorso abbiamo utilizzato un pulmino con autista.
Le strade messicane erano in discrete condizioni, mentre quelle guatemalteche erano in condizioni pietose… ma magari le cose in questi anni sono migliorate.
In Messico bisogna fare molta attenzione alle topes, i rallentatori di velocità che sono praticamente dappertutto e hanno effetti devastanti sui mezzi e sui passeggeri
A Valladolid, cittadina che si trova a metà strada tra Chichen Itza e Merida, la mia stanchezza e disattenzione permisero al furbone di turno di fregarmi lo zainetto dove conservavo il diario di viaggio.
Questo itinerario si basa quindi su ricordi lontani e un po' confusi, quindi non va preso esattamente alla lettera!
I MAYA
Le ricerche più recenti ipotizzano che la colonizzazione delle Americhe sia cominciata verso il 40.000 a.C.
Le popolazioni asiatiche, passando dalla Siberia in Alaska, si spostarono nel corso dei millenni sempre più a sud, fino alla Patagonia.
In tutte le civiltà precolombiane si riscontrano elementi comuni: il calendario lunare, il gioco della pelota, lo sviluppo notevole della ceramica e della tessitura, la coltivazione del mais, la divinizzazione di animali come il serpente e il ghepardo, la scarsa lavorazione dei metalli e la mancanza della ruota.
In Messico si svilupparono diverse civiltà, come Olmechi, Teotihuacani, Zapoteki, Toltechi, Aztechi, ma i più grandi e senza dubbio i più conosciuti furono i Maya.
Il periodo d'oro della civiltà Maya va dal 300 al 900 d. C.: un grande sviluppo intellettuale, artistico e architettonico interessò questo popolo, che occupava una vasta area dal Chapas allo Yucatan, dal Guatemala all'Honduras.
L'improvviso declino, rappresentato da un generalizzato regresso, rimane ancora oggi un mistero.Molte teorie hanno indicato in fattori naturali, come malattie endemiche, siccità o eruzioni vulcaniche, la decadenza delle città-stato dei Maya, ma in realtà non ci sono certezze.
Oggi di questa grande civiltà rimangono tantissime testimonianze, ma le più famose sono sicuramente le grandi piramidi a gradoni, che dominano i principali siti archeologici.
Il mio preferito è senza dubbio Uxmal, meno conosciuto di Chichen Itza e di Palenque, ma veramente imponente e suggestivo.
Nei siti archeologici e nel museo archeologico nazionale di Città del Messico si trovano numerosissimi manufatti: steli, sculture, oggetti in ceramica, gioielli e maschere funerarie.
Sono ciò che resta di una civiltà affascinante e complessa, ancora oggi piena di misteri irrisolti.
MEXICO CITY
Città del Messico è una delle più popolate città del mondo. Si trova a circa 2000 metri sul livello del mare, in una grande vallata circondata da coni vulcanici.
Per godere di una bella vista di Città del Messico si può salire al mirador della Torre latino americana.
Città del Messico sorge sulle rovine di Tenochtitlán, la capitale dell'impero azteco.
Nel 1511 il conquistador spagnolo Ferdinando Cortès sbarcò sulle coste dello Yucatan. In poco tempo e con soli 600 uomini riuscì a uccidere l'imperatore Montezuma II, a derubare gli aztechi di oro e argento e a spazzare via la loro civiltà.
Con le pietre dei templi aztechi gli spagnoli costruirono le loro chiese e i loro palazzi, sicchè oggi rimangono veramente pochissime testimonianze, a parte lo scavo del Templo Major, a pochi metri dalla Cattedrale.
Il museo annesso è abbastanza interessante.
La visita di Città del Messico comincia di solito dallo Zocalo, o piazza principale, dominata dal grande Palacio Presidential, noto per i murales di Diego Rivera, che raccontano la storia del Messico.
Verso sera si può anche assistere al cambio della guardia.
Nel lato nord dello Zocalo si trova l'imponente cattedrale con gli altari coperti dell'oro azteco.
Il muro dei teschi pare sia stato costruito con una parte dei 130 mila teschi che Cortès e i suoi trovarono nelle immediate vicinanze del Templo Major e che testimoniano la quantità di sacrifici che veniva compiuta dai sanguinari sacerdoti aztechi.
La sera si può cenare in Placa Garibaldi, piena di ristorantini e di mariachi, che si esibiscono in romantiche serenate.
La Zona Rosa è un quartiere molto elegante e vivace, con bellissimi negozi di antiquariato, bar e ristoranti.
Assolutamente da non perdere è il Museo Nazionale di Antropologia, dove è riunita un'imponente raccolta di reperti precolombiani dell'America centrale.
Il giro richiede almeno 2 o 3 ore e permette di formarsi un'idea sui popoli e sulla cultura delle varie civiltà che abitarono il Messico, dagli Olmechi ai Maya ai Toltechi e agli Aztechi.
A circa un'ora da Città del Messico si trova Teotihuacan, sito di una delle più antiche civiltà precolombiane e che vale veramente la pena visitare.
Ogni anno si riuniscono qui migliaia di fanatici o di curiosi in occasione del solstizio estivo e rendono omaggio al sole sull'altissima piramide ad esso dedicata.
Per visitare la cittadella, la Piramide del Sole e della Luna, il piccolo museo e l'Avenida de los Muertos occorrono circa 3/4 ore.
Se è una bella giornata bisogna portarsi crema solare e berretto, perchè il sole non scherza e praticamente non c'è ombra!
Se si ha a disposizione anche il pomeriggio si può proseguire per Tula, dove c'è un sito tolteco, meno imponente di Teotihuacan, ma comunque interessante.
MESSICO
In Messico abbiamo attraversato diverse città e visitato numerosi siti archeologici.
Abbiamo dedicato solo un giorno intero al mare, perchè il clima non era dei più favorevoli e comunque tutto il nostro gruppo preferiva visitare i siti archeologici.
La prima città che si incontra procedendo verso est è Cuernavaca, che sorge a 85 km da Città del Messico.
Sin dall'epoca coloniale, il suo clima mite attira i più facoltosi abitanti della capitale, che costruirono qui le loro lussuose residenze, alcune delle quali oggi sono state trasformate in hotel, ristoranti e gallerie d'arte.
Ancora più a sud si trova Taxco, città mineraria famosa per la lavorazione dell'argento.
La visita ad una manifattura dell'argento è d'obbligo!
La valle di Oaxaca fu abitata da Zapotechi e Mixtechi.
I resti di queste antiche civiltà si possono ammirare a Monte Alban e a Mitla.
Monte Alban è un grande sito, che conserva le rovine del campo della pelota, dei templi e dell'osservatorio astronomico.
Mitla è un sito più piccolo di Monte Alban, ma è noto per la bellezza delle decorazioni del palazzo principale, realizzate a mosaico e con motivi geometrici, che si differenziano da quelle di altri siti archeologici, dove prevalgono motivi ispirati alla natura.
A circa 45 km a est di Oaxaca sorge il paesino di Santa Maria del Tule.
Nel cortile della chiesa si trova il Tule, una specie di cipresso, che si reputa abbia circa 2000 anni e che è considerato uno dei più vecchi alberi del mondo.
Una lunga giornata di pulmino ci ha portato da Oaxaca al Chapas.
Il Chapas è una regione molto particolare: la vita è difficile e la gente vive poveramente degli scarni prodotti della terra, mantenendo le tradizioni dei loro antichi predecessori, i Maya.
In questa zona il cristianesimo si è intrecciato all'animismo, generando degli strani riti religiosi, che stupiscono e affascinano.
È una zona di profondi contrasti politici e di ribellioni al governo centrale; nei paesini come Zincanantan eSan Juan Chamula il turista viene guardato con diffidenza e a malapena tollerato.
La bellezza di questa zona sta nella sua storia, rappresentata al massimo dal sito archeologico di Palenque e dai resti coloniali di San Cristobal de las Casas, e nel folklore locale, ricco di colori e di artigianato, molto simile a quello del Guatemala.
Lo Yucatan fu il centro della civiltà maya: vi si trovano numerosi siti archeologici, anche se i più famosi sonoChichén Itzá, Tulum e Uxmal.
La costa tra Tulum e Cancun ha spiagge bianche e acque turchesi ed attira ogni anno numerosi turisti, soprattutto dal Nord America.
Un posto che mi è piaciuto molto è X-Caret, incrocio tra parco di divertimento e riserva ecologica, dove si può nuotare con le tartarughe marine, vedere delfini e migliaia di farfalle, nuotare in un cenote e prendere il sole sulla spiaggia.
Una delle principali città dello Yucatan è Merida, che conserva del suo passato coloniale diversi palazzi, la Cattedrale ed il caratteristico Mercato Municipal, dove si possono acquistare le famose amache.
Sulla via del ritorno abbiamo sostato a Villahermosa, dove si trova una sorta di museo all'aperto, che conserva numerose testimonianze degli Olmechi, una delle prime civiltà che abitarono il Messico. Le zanzare sono allucinanti.
L'ultima tappa prima di rientrare a Città del Messico è stata Puebla, che sorge ai piedi del Vulcano Popocatépetl.
La città conserva alcuni pregevoli monumenti religiosi e palazzi decorati con azulejos del XVI e XVII secolo.
GUATEMALA
San Francisco el Alto e Solola sono due piccoli paesini sperduti tra montagne altissime e innevate.
I loro mercati colorati e pittoreschi anticipano quello molto più famoso ed affollato di Chichicastenango, che forse da solo vale un viaggio in Guatemala.
Ogni villaggio guatemalteco utilizza per tradizione un tessuto con colori e disegni tipici; questo fa sì che gli abitanti dei vari villaggi siano facilmente riconoscibili dal loro abbigliamento.
La gente è abbastanza cordiale, ma molte donne rifiutano di farsi fotografare.
Anche chi, come me, odia i souvenir non potrà resistere ai tessuti ricamati e agli oggetti dell'artigianato locale e acquisterà sicuramente qualcosa, sostenendo l'economia locale e portandosi a casa un pezzo di folclore incredibilmente colorato.
Antigua è un'antica città coloniale, che sorge non lontano da Città del Guatemala, ai piedi del vulcano attivo Agua.
Fondata nel 1527, per oltre due secoli fu la sede del governatore spagnolo che controllava quasi tutta l'America centrale.
La città vecchia fu distrutta da un terremoto nel 1773, ma sono rimasti alcuni edifici coloniali.
Oggi è un importante mercato per gli agricoltori e gli artigiani, che vi si recano per caffè, banane, cereali, frutta, zucchero di canna, ortaggi e manufatti.
Durante il giorno si respira un'atmosfera tranquilla, che invita a sedersi nei bar all'aperto e a visitare i bei negozi di artigianato.
La sera cambia volto, le strade sono semi deserte e diventa un po' pericolosa, come molte città del Guatemala.
Il Lago Atitlan è spettacolare.
Non stupisce quindi che negli anni '70 un gruppo di fricchettoni americani si sia stabilito a Panajacel e si sia arricchito con il turismo.
È consuetudine noleggiare una barca e visitare i villaggi e i mercatini di San Antonio, Santa Caterina, Santiago, dove gli abitanti vestono ancora i costumi tradizionali.
In estate può capitare di assistere a una cerimonia dedicata al sole o a qualche evento storico o religioso.
Da quel che ho sentito dire da altri turisti, molto spesso nel pomeriggio si alza il vento, che agita le acque del lago e rende più difficile il ritorno in barca: noi abbiamo seriamente rischiato di naufragare.
Bisogna quindi fare molta attenzione all'imbarcazione che si noleggia e alla dotazione di giubbotti di salvataggio.
Dopo una breve deviazione a Copan, siamo rientrati in Guatemala e abbiamo visitato Quiriguà.
Le dinastie Maya che governarono questa zona erano solite commemorare i propri defunti con delle steli in pietra, che ricordano vagamente i sarcofagi egizi: l'elaborata scrittura maya riporta tutte le gesta e la vita dell'eroe morto.
Numerose steli si trovano proprio nel sito di Quiriguà, in Guatemala, immerso tra i bananeti della Del Monte e infestato dalle formiche tagliafoglia e dalle zanzare più aggressive che abbia mai incontrato!
Da Quiriguà abbiamo raggiunto Rio Dulce e da lì, con una barca a motore, seguendo il fiume abbiamo raggiunto Livingstone.
Questa escursione non m iha per niente entusiasmato, anche perchè la "strada", si naviga lungo il fiume tra la giungla, in agosto il caldo e l'umidità sono feroci.
Livingstone ha la particolarità di essere abitata da una popolazione negroide, discendente di alcuni schiavi, forse fuggiti durante il naufragio della nave che li portava nelle colonie americane. A parte questo non è che ci sia un granchè da vedere e da visitare.
Oggi la strada per Tikal, che attraversa la foresta del Peten, è asfaltata e questo ha dimezzato i tempi del tragitto, che ora richiede circa 4 ore.
Purtroppo io ci passai quando ancora era una strada bianca ed occorrevano quasi 10 ore per arrivare a Flores!
Tikal è uno dei siti maya più conosciuti e fotografati: le altissime piramidi spuntano e sovrastano la giungla fittissima, popolata di scimmie e lemuri.
La visita comincia alla mattina presto, anche perchè sul tardi il caldo si fa veramente insopportabile.
Da Tikal abbiamo proseguito verso il Belize.
Attraversato il più rapidamente possibile questo paese, siamo arrivati in serata a Chetumal in Messico.
HONDURAS
Da Chiquimula vale la pena fare una deviazione per l'Honduras e visitare Copan, un importante centro cerimoniale dei Maya.
Bisogna lasciare i propri mezzi e prendere il pulman locale, per problemi doganali.
I pullman sono scassati e arrancano lungo la strada tremenda.
Il nostro fuse il motore a metà strada e dovemmo prendere quello successivo, che a un certo punto si fermò costringendoci a spingere!
Nonostante questi inconvenienti, viaggiare in pulman permette di conoscere un sacco di gente e di fare due chiacchiere con i locali, che sono sempre disponibili e allegri.
Copan è immerso nella giungla, circondato da un prato verdissimo e ben curato, lo sfondo perfetto per le basse piramidi in pietra grigia.
Non è un sito spettacolare come quelli dello Yucatan, ma è forse quello che mi ha più colpito per l'atmosfera che lo avvolge.
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