Ad agosto 2024 sono tornata in Cina dopo più di 20 anni, con il gruppo Fracasso di AnM.
L’ottimo itinerario del capogruppo e la potente macchina turistica cinese ci hanno permesso di visitare in tre settimane tanti luoghi interessanti, molti tra i quali sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Un viaggio meraviglioso, intenso, alla scoperta di luoghi famosissimi come la Grande Muraglia e l’esercito di terracotta, e di luoghi non noti, ma altrettanto emozionanti, come i tolou e le risaie della schiena del drago.
Viaggiare in Cina vuol dire prima di tutto fare i conti con la moltitudine di Cinesi che visitano il loro paese. Per me la parola overtourism ha assunto un nuovo significato dopo questo viaggio. Per chi viaggia in agosto, questo elemento va tenuto in considerazione, insieme al clima caldissimo e afosissimo.
In Cina non si sfugge ai panda, da secoli simboli di pace e amicizia. Sono ovunque, rappresentati in cibi, giocattoli, gadget di ogni tipo, che probabilmente ne sfruttano l’aspetto “puccioso”. Ci sono diversi luoghi in cui vederli dal vivo, noi li abbiamo incontrati allo zoo di Beijing.
I soldi circolano sempre meno: per pagare qualsiasi cosa, anche una bottiglietta d’acqua da 30 centesimi, si usano le app agganciate alla carta di credito, fotografando i QR code, inventati dai vicini Giapponesi. Con questo metodo si paga qualunque cosa in qualsiasi settore: servizi, cibo, abbigliamento, ecc.
Penso che la Cina sia la protagonista assoluta dell’inautentico turistico. Pingyao ne è un perfetto esempio. La magnifica città Han è stata completamente ricostruita e gli edifici antichi sono stati restituiti dopo vari decenni al loro uso originale; ad esempio, alcuni templi utilizzati come scuole durante la rivoluzione culturale sono tornati ad essere templi. L’antico tessuto urbano è stato adattato alle esigenze dei milioni di turisti cinesi che la vengono a visitare ogni anno. Per me, visitare Pingyao è stato soprattutto vedere come i turisti cinesi visitano il loro patrimonio storico, guardando quello che hanno intorno, comprando souvenir, vestendosi e fotografandosi con abiti tradizionali, mangiando le specialità locali.
Una moda davvero curiosa quella dei costumi tradizionali. In tutti i luoghi turistici ci sono svariati negozi dove femmine di tutte le età fanno trucco e parrucco e indossano eleganti abiti e copricapi del lontano passato. Poi, insensibili al caldo afoso, assumono pose studiatissime con vezzosi ventagli e ombrellini in carta di riso di fronte ai monumenti e nei meravigliosi giardini, facendosi fotografare da fotografi professionisti, dalle amiche e dai turisti italiani che passano di lì. Non abbiamo capito bene da dove nasca questa moda, ma ci hanno detto le guide che è abbastanza recente. Ovviamente è diventata subito un business.
In mezzo alla moltitudine di turisti cinesi, quelli occidentiali saltano all’occhio e ci è capitato spesso di finire in foto con gruppi e famiglie. Oppure ci è capitato che delle persone, in videochiamata con mogli o mariti, ci mostrassero attraverso il telefono. Perchè, come noi, i Cinesi hanno sempre in mano lo smartphone.
Un’altra cosa a cui non si sfugge in Cina è il cibo. Ogni zona ha la sua specialità, che siano i dumpling o i noodles, l’anatra alla pechinese o gli spiedini. In ogni luogo turistico, città, villaggio, stazione si trova qualcosa da mangiare o da bere, generalmente a prezzi molto abbordabili. I Cinesi non parlano inglese, ma per fortuna nei ristoranti ci sono immagini dei cibi sia sulle pareti che sui menu, il che aiuta parecchio.
L’uso dei traduttori è inevitabile e di grande supporto, anche se a volte vengono fuori delle frasi senza senso e bisogna armarsi di tanta pazienza. Ma alla fine in qualche modo ci si capisce sempre.