Ho visitato il Bhutan nell'aprile del 2014.
Il Bhutan NON è un paese per turisti poveri, ma vale la pena visitare questo piccolo stato abbarbicato sull'Himalaya, che cerca di conservare identità e autonomia.
Prima di volare a Paro, si deve fare tappa a Delhi o a Katmandu. Se si vola con la Druk Air da Katmandu, si passa proprio davanti all'Everest senza pagare supplementi.
Una volta acquistati i voli e stabilito l'itinerario con l'agenzia bhutanese, non resta che fare una bella scorta di dollari e partire.
A Paro si viene prelevati da una guida premurosa e da un autista efficiente, alla guida di un fuoristrada lindo e pinto.
Entrambi indossano per legge l'elegante abito tradizionale, che fa subito apparire sciatto l'abbigliamento sportivo dei turisti.
Guide e autisti, che parlano uno splendido inglese, gareggiano tra loro per gentilezza e disponibilità.
Il programma viene rispettato alla lettera e, se possibile, si cerca di visitare anche qualche monastero in più.
Il costo elevato del viaggio (il Bhutan pretende 230/250 dollari al giorno, che però comprendono TUTTO, anche acqua e tè) tiene lontani i backpackers e i turisti occidentali o asiatici che si incrociano hanno quasi sempre tra i 50 e i 70 anni.
PARO
A Paro si trova l'unico aeroporto internazionale del Bhutan.
Il turista fumatore scoprirà subito che in TUTTO il Bhutan è vietato fumare: gli verrà concesso di fumare (ma non in pubblico) pagando un balzello per ogni stecca di sigarette che porta con sè.
La cittadina di Paro è dominata dal massiccio Dzong (castello).
La via principale è un susseguirsi di negozi di souvenir bhutanesi, con qualche infiltrazione indiana e nepalese nel settore delle sciarpe.
I prezzi dei souvenir sono più o meno quelli del resto del Bhutan, dato che è l'unico paese asiatico in cui si praticano i prezzi fissi.
Si può pagare democraticamente sia in dollari che in euro; se l'acquisto è corposo, si può provare a chiedere lo sconto, ma scordiamo le contrattazioni selvagge dei venditori indiani, nepalesi e tailandesi.
Quando si visita il Bhutan, conviene infilare nel programma anche un festival. Non è difficile, dato che i Bhutanesi celebrano festival in continuazione, anche nel periodo dei monsoni. Noi abbiamo assistito agli ultimi due giorni del festival di Paro: le danze tradizionali, accompagnate da fiati e tamburi, sono eseguite da ballerini che indossano costumi e maschere coloratissimi.
Al festival prevedete di scattare come minimo dalle 500 alle 1000 foto al giorno.
THIMPHU
Thimphu è la capitale del Bhutan e sta diventando, secondo la nostra guida, una "giungla di cemento".
In effetti ci sono molti edifici in costruzione, che stanno saturando la vallata.
A Thimphu si incontrano membri dell'OMS o delle ONG, ma anche uomi d'affari indiani, dato che l'India è il principale partner commerciale del Bhutan.
Subito dopo la cerimonia serale dell'ammaina bandiera, vicino al magnifico Dzong cittadino, può facilmente capitare di incrociare il re, riconoscibile per la sgargiante sciarpa color zafferano, mentre lascia il proprio ufficio e percorre a piedi il breve tratto di strada fino a casa sua.
Purtroppo nessuno potrà dimostrare di aver incrociato il re del Bhutan, dato che è proibito fotografarlo.
A Thimphu si trova un bellissimo museo dei tessuti. In Bhutan la tessitura è una cosa seria, che viene insegnata in scuole apposite. I tessuti, utilizzati per gli abiti tradizionali, sono delle vere e proprie opere d'arte: acquistarli significa praticamente fare un investimento.
A Thimphu e in tutto il Bhutan si visitano numerosi monasteri buddisti. Il clero ha un peso importante nella società e i valori religiosi hanno un’ampia influenza sull’azione politica del paese.
PUNAKA
Punaka ospita il più impressionante Dzong del Bhutan, sicuramente una delle perle architettoniche del paese, che bisogna assolutamente visitare.
Nei dintorni di Punaka si possono osservare numerosi peni maschili dipinti sulle case, circondati da nastri o ricoperti di peluria.
La nostra guida, impassibile, ci spiega che in Bhutan il fallo è benedetto: scaccia i demoni e protegge famiglie e abitazioni.
Ed ecco trovato il souvenir perfetto per amici e parenti: un portachiavi con attaccato lo scaccia demoni bhutanese!
Da Phunaka si può fare un'escursione di un giorno nella valle di Phobjikha, annidata nelle Black Mountains.
Per raggiungerla si percorre una strada estremamente tortuosa, con spettacolari vedute delle cime innevate dell'Himalayan Range.
Non bisogna assolutamente avere timore della strada: in Bhutan il limite di velocità nelle strade extraurbane è di 60 km/h, limite che gli autisti di fuoristrada e pullmini turistici rispettano rigorosamente.
La Valle di Phobjikha ospita la migrazione della gru dal collo nero da ottobre a febbraio.
Visitando il paese in aprile, non abbiamo potuto vedere le gru, ma la valle comunque offre begli scorci e la possibilità di passeggiate tra i boschi.
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